- “Porterò solo questo, al rientro” – gli rispose Watlin, osservando il grande telo nero sul quale aveva disegnato le sue quattrocentomila stelle d’esperienza – “Questa volta non cercherò l’amore perché mi venga dato, ma per vederlo. Per ricordare che c’è, che mi circonda e mi inonda.
Non esiste cosa che non ne sia pregna. Dello specchio è il riflesso. Del sorriso è la grazia. Della casa è le stanze. Del tavolo è il sostegno.
Di tutto è l’ingegno… il resto è del mondo.
Lo cercherò per sentirLo e che non è dolore, ma è potenza, è vita e gioia. E’ fuoco che arde, è acqua che bagna, è marea che passa e sempre ritorna, per passare nuovamente ed andarsene ancora e per sempre restare, passando.
Quando ti sveglierai da questo sogno, ricordami e ricorderai da dove vieni e chi sei e che non svanirai mai, purché non incateni te stesso e tutto ciò che vedi nella forma che pretendi e che vuoi.”(“Il portatore di Sogni” – Chiara P. Taja)